Metalli pesanti nei cosmetici e claim “Nickel Tested”

I metalli pesanti non sono ingredienti cosmetici ma impurezze e non possono entrare nella composizione dei cosmetici. Essendo sostanze presenti ovunque (ed impossibili da eliminare totalmente), però, è accettata la loro presenza soltanto in “tracce tecnicamente inevitabili”.

La legge sui metalli pesanti nei cosmetici

La legislazione cosmetica non impone alcun limite sulla presenza dei metalli pesanti. Esistono, tuttavia, delle raccomandazioni. In particolare il parere dell’Istituto Superiore della Sanità stabilisce un limite per ciascun metallo pesante. Per il Nickel il limite da non superare è 1 ppm (ovvero lo 0,0001%) con un margine di tolleranza fino a 5 ppm. Durante la produzione e l’imballaggio è necessario mettere in atto tutte le strategie affinché sia ridotta al minimo la contaminazione dei cosmetici, impedendo così che i soggetti allergici manifestino una reazione avversa. Sul prodotto finito, poi, le analisi verificano la percentuale di tracce. Nonostante, infatti, si tratti di tracce (irrilevanti per molti), nei soggetti predisposti o allergici il contatto continuo con cosmetici contenenti impurezze di metalli pesanti può scatenare facilmente fenomeni di sensibilizzazioni o dermatiti allergiche da contatto. 

Il claim “Nickel tested < 1 ppm”

L’Istituto Superiore di Sanità ha indicato un limite per ogni metallo pesante. Il limite di 1 ppm fa riferimento in particolare al Nickel. E’ stato fissato dopo che test e studi da parte di dermatologi e allergologi hanno dimostrato che tale valore rappresenta la soglia di sensibilizzazione. Un valore di Nickel inferiore a 1 ppm è raccomandato perché non causerebbe problemi ai soggetti allergici al Nickel. O meglio il rischio di scatenare l’allergia è molto basso. E’ stato, altresì, evidenziato che in persone allergiche con la cute irritata e la barriera cutanea compromessa (per esempio durante le fasi acute della dermatite allergica in cui la pelle è lesa) si può manifestare una reazione avversa anche a 0,5 ppm (valore ben al di sotto della soglia stabilita di 1 ppm). 

Per evitare ciò e ridurre ancora di più il rischio, alcune aziende cosmetiche utilizzano particolari ed innovative tecnologie che gli consentono di ridurre sensibilmente il contenuto di metalli pesanti rispetto alle metodologie classiche (seppur con alcuni limiti per certi cosmetici).

Per scegliere il cosmetico giusto in caso di pelle sensibile e predisposta alle allergie è necessario quindi leggere bene l’etichetta. I cosmetici da acquistare sono quelli che riportano il claim “Nickel Tested” accompagnati dall’indicazione della percentuale di tracce presenti. Per essere sicuri che non si scateni una reazione (anche in caso di uso continuo o in seguito ad un indebolimento della barriera cutanea) il claim che deve riportare l’etichetta è quello in basso.

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Metalli pesanti nei cosmetici: il senso del claim “Nickel tested”

La dicitura “Nichel tested” (cioè testato per il Nickel) fa presupporre che i cosmetici che non riportano tale dichiarazione in etichetta siano potenzialmente allergizzanti o contengano più impurezze di quanto previsto dall’Istituto Superiore di Sanità. In realtà non è proprio così. Tutti i cosmetici in commercio sono testati per i metalli pesanti, sia se riportano il claim “Nichel Tested” sia se ne sono privi. Un cosmetico che non riporta alcuna indicazione ed uno che riporta soltanto la dicitura “Nickel Tested” (o “Metal Tested”) possono essere considerati alla pari perché rispettano i limiti raccomandati. L’indicazione, quindi, non è sempre garanzia di maggiore sicurezza. 

Il claim ha più senso quando è riportata la percentuale precisa o il valore “< 1 ppm”. Essendoci, infatti, il margine di tolleranza fino a 5 ppm, indicare il valore preciso permette una scelta più sicura da parte dei soggetti che a contatto con gli allergeni scatenano immediatamente una reazione. 

metalli pesanti nei cosmetici
Questo bollino stampato sulle etichette (senza la percentuale) indica che i cosmetici sono stati analizzati, ma non dà indicazioni sul contenuto di tracce. In teoria dovrebbero essere inferiori ad 1 ppm.

L’indicazione della percentuale fa, quindi, la differenza. Un cosmetico, per esempio, che riporta la percentuale < 0,00001%” indica che le tracce di Nickel sono 10 volte inferiori rispetto alla soglia minima (0,0001%). Ciò comporta una maggiore sicurezza anche per coloro che hanno la cute irritata e la barriera cutanea compromessa (anche in seguito al contatto con altri fattori scatenanti l’allergia). “Nickel tested < 1 ppm”, invece, indica che le impurezze sono inferiori allo 0,0001% e, come raccomandato dall’Istituto Superiore di Sanità, possono essere usati dai soggetti allergici ma con la cute sana e non danneggiata.

“Nickel tested” e “Metal tested”

Il claim “Metal Tested” indica che i test sul prodotto finale sono stati rivolti verso i principali metalli pesanti coinvolti nella sensibilizzazione cutanea, ovvero Nickel, Cromo, Cobalto, Mercurio. L’allergia al Nickel è la più diffusa e conosciuta, ma non è la sola sostanza a causare problemi e a contaminare i cosmetici. Mentre il claim “Nickel Tested” può e deve essere accompagnato dalla percentuale o dal valore 1 ppm, il claim “Metal tested” no. “Metal Tested” non si riferisce ad un singolo metallo, ma all’aggregazione di vari metalli pesanti a cui il cosmetico è stato esposto e non può essere riportato il valore < 1 ppm che, invece, si riferisce soltanto al Nickel.

Metal Free o Metal Tested?

I metalli pesanti sono sostanze presenti ovunque. Non potendo essere eliminati completamente vien da se che la dicitura Metal Free (o anche Nickel Free) non può essere veritiera. La dicitura corretta che le etichette dei cosmetici devono riportare è “Metal Tested”, accompagnata dalla percentuale di metalli pesanti. Tale dicitura indica appunto l’esecuzione di test i quali garantiscono che i prodotti contengono tracce di metalli pesanti tollerabili anche dai soggetti allergici al Nickel.